Punto&Accapo è frutto dell’attività laboratoriale degli alunni del semiconvitto del nostro istituto.
Il giornalino scolastico è uno strumento efficace per la comunicazione con la pluralità dei linguaggi, all’interno della scuola e nel sistema scuola-famiglia-territorio.
La realizzazione del giornalino mira allo sviluppo di diverse competenze: linguistiche, grafiche, logiche, sociali e relazionali. Permette di unificare interessi e attività, di promuovere la creatività, di favorire una partecipazione responsabile e viva alla vita della scuola.
EDITORIALE 2024
E che “Punto&accapo” stavolta davvero sia!
Eh già, perché in questo anno scolastico anche per il nostro glorioso, ma forse un po’ polveroso e appesantito Giornalino, comincia una nuova avventura che lo porterà, dopo aver definitivamente perso qualche tempo fa la sua natura cartacea (chi ricorda ancora le copie “strillate” e distribuite ai genitori durante le varie feste del Convitto?) per acquisire una forma sostanzialmente digitale, a completare in qualche modo il suo percorso di affrancamento, snellimento e flessibilità, diventando sempre più a tutti gli effetti online.
L’aggiornamento e la pubblicazione delle notizie e degli articoli infatti avverrà con una periodicità più calzante e stringente. Questo speriamo - è l’obiettivo ed al contempo il desiderio - ci darà l’opportunità concreta di essere più tempestivi, di intervenire “giornalisticamente” in maniera più adeguata sui vari eventi che riguardano la vita e le iniziative del nostro Convitto così come nel commentare a modo nostro, perché no, le cose del mondo.
E naturalmente per poter fare tutto questo avremo bisogno di tutto lo straordinario entusiasmo della nostra rinnovata redazione, arrivando all’auspicio di coinvolgere magari in qualche occasione anche le singole classi, le singole professionalità della nostra istituzione.
Ma ora stop alle elucubrazioni e alle ciancie e meniamo finalmente le danze: e che “Punto&accapo” davvero sia!
DICEMBRE 2024
Regali perfetti da fare a Natale
Sei nella mia stessa situazione? Non sai cosa prendere come regalo di Natale ai tuoi amici, parenti o compagni di classe? Beh il giornalino della scuola è qui per te.
Ragazzi e ragazze dai 10 ai 16 anni
Tra i ragazzi di 12 anni vanno sempre molto di moda i videogiochi per la PlayStation. Un'altra tendenza tra gli adolescenti è la fotografia con le classiche macchine fotografiche Polaroid. Offrono una perfetta atmosfera retrò e permettono di stampare piccole istantanee.
In alternativa, esistono anche mini stampanti che puoi portare in giro e che si collegano per via bluetooth ai telefoni.
Un altro regalo decisamente in voga sono le scarpe, per noi ragazzi è una vera e propria fissa!
In particolare le ragazze…
Per le ragazze si può pensare naturalmente a dei trucchi e non sto pensando a quelli di magia: molti negozi offrono delle pochette con dentro un set di prodotti per il make-up e prodotti per skin-care.
Seguendo lo stile di ogni singola ragazza poi un regalo che farebbe tutte felici penso che sia un capo d’ abbigliamento: jeans, felpe, camicette, cappelli, cappotti non annoiano mai!
Una cosa che sicuramente piace alle ragazze sono, dulcis in fundo, le cover dei telefonini. Io ne avrò dieci a casa: rendere chic il proprio telefono è una vera passione.
Ai ragazzi/e che fanno tanto sport
I vostri amici/parenti fanno uno sport a livello agonistico che gli porta via tanto tempo e passione? Allora potreste regalargli del materiale per il loro sport, ad esempio se fa calcio dei parastinchi o un pallone, se fa pallavolo le ginocchiere o i manicotti e così via. Oppure ancora una partita della loro squadra del cuore o una maglietta del loro giocatore preferito.
Carolina 2b scuola secondaria
Un elfo per amico
Il Natale è ormai vicino, vicinissimo, anzi magari per voi che mi leggete è già passato e i pensieri di tutti vanno spontaneamente verso la positività, la bellezza, l’affetto, l’amicizia.
Il mio pensiero bello per questo Natale e per questo dicembre è un elfo adottivo che ho chiamato Pandizenzero, di cognome Ginger.
L’elfo fa parte della categoria di Elf mates, della Elfo toys maker, che è parte, originariamente della serie di The elf on the shelf. Si tratta di una linea di elfi dalle dimensioni di circa 25/30 cm, identificabili attraverso i vari colori (verde con il ciuffo viola, come il mio, rosso con il ciuffo azzurro e verde con il ciuffo verde).
Per avere anche voi il vostro elfo adottivo dovrete creare una porticina con qualunque materiale, poi dovrete costruire o stampare il contratto elfico.
Successivamente a queste pratiche “burocratiche”, dovrete leggere tutti in famiglia una filastrocca di accoglienza davanti alla porticina e poi tutti insieme dovrete firmare il contratto di adozione.
Dal 2 dicembre anche in classe abbiamo un elfo che accompagna le nostre giornate.
Consiglio dunque a tutti quelli che condividono l’idea che dare vale più che ricevere, come regalo speciale per queste feste un Elfo, anche se alcuni se ne vanno il 25 dicembre, seguendo Babbo Natale.
Tommaso Rogari classe 4^ scuola primaria
I fiocchi di neve di Poppella
Il mio papà è di origini napoletane, per cui spesso vado in quella splendida città per visitare i miei parenti, guardarne le tante bellezze, godere la vista del mare, del Vesuvio e poi… perchè mio fratello è un accanito tifoso degli “Azzurri” e non perde occasione per vederne le partite allo stadio.
Ma Napoli, si sa, è conosciuta soprattutto per la sua cucina spettacolare e buonissima: la pizza, le ricce, gli struffoli, i friarielli e… i fiocchi di neve di Poppella.
I fiocchi di neve (detti anche nuvole di panna) hanno una ricetta segreta, perché la pasticceria Poppella (che detiene l’esclusiva di questo dolce) vuole tenerla nascosta.
Il dolce ha forma ovale e gli ingredienti (oltre a quello segreto naturalmente) sono normalissimi: farina, uova, acqua, mentre il ripieno può essere di cioccolato, panna o pistacchio. Io ho assaggiato questo squisito dolce per la prima volta ad ottobre, quando fortunatamente nel negozio di Poppella non c’era molta fila e vorrei descrivervi la sensazione di quando ho dato il primo morso ad un fiocco di neve. La prima cosa è stato il morbido un po’ bagnato della parte interna, accompagnato subito dopo dall’esplodere della panna che mi ha come invaso il palato con una delicatezza infinita.
Ma in realtà descriverne la bontà è praticamente impossibile e invito tutti voi invece a provare i fiocchi e ad andare a Napoli, dove, oltre a vedere il Vesuvio, Mergellina, Maradona (lo stadio e il murales), i bassi e tutto il resto, dovrete fare per forza… un salto da Poppella.
Vittoria (con l’aiuto di Stefano) classe 3^ primaria
Mondiali di scacchi
Quello degli scacchi è uno dei giochi strategici più antichi al mondo, che si svolge su un tavoliere (la mitica scacchiera appunto) formata da 64 caselle o case (32 bianche e 32 nere alternate) dove si muovono i pezzi di gioco (16 a giocatore: 8 pedoni, 2 alfieri, 2 torri, 2 cavalli, una regina e un re).
Nato in India intorno al VI secolo e codificato poi nel corso dei secoli in Europa (Italia e Spagna soprattutto), ha acquisito la sua attuale regolamentazione nel 1800.
Dal 1560 al 1886 i mondiali di scacchi non erano ufficiali, si trattava di competizioni internazionali non formalizzate, lo sono diventati dal 1887 ed il primo vincitore fu Wilhelm STEINITZ (che per ben 8 anni di fila è stato il campione mondiale!). Altri nomi leggendari che hanno detenuto il titolo son stati l’americano Bobby Fischer, i due russi Karpov e Kasparov, Magnus Carlsen, Capablanca, Lasker.
I mondiali di scacchi di quest’anno si sono svolti dal 25 novembre al 13 dicembre a Singapore nel resort World Sentosa. Vi hanno partecipato 8 giocatori con un coefficiente di almeno 2550 di ELO (l’ELO è il punteggio in numero degli scacchisti), i quali si sono affrontati con un tempo di 2.30 e 30 secondi di incremento (incremento vuol dire tempo aggiuntivo a mossa).
Il campione del mondo in carica era il cinese Ding Liren (nato a Wenzhou nel 24 ottobre 1992) che aveva battuto nell’ultima finale il russo Ian Nepomniachtchi.
Ebbene proprio Liren è stato battuto in finale dal prodigio Indiano Gukesh, che pensate a soli 18 anni è diventato il più giovane campione del mondo di scacchi.
Un vero, autentico stimolo per il mondo degli scacchi e per chi come me si cimenta in maniera agonistica con questo meraviglioso gioco in cui non bisogna mai sottovalutare l’avversario e che anche al Longone ha una lunga tradizione.
Leonardo Lorenzin classe 1a secondaria
Quando il convitto diventa casa
Forse, non tutti sanno che il Convitto Nazionale Pietro Longone non è solo la nostra scuola ma è anche la casa di tanti altri studenti.
Infatti oltre alla scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado e i licei, la sede di via degli Olivetani ospita anche un grande convitto residenziale maschile, una struttura che accoglie al proprio interno, 24/24 7 giorni su 7, ragazzi (dalla prima media fino alla maturità) che decidono di studiare fuori sede, lasciando dunque le proprie famiglie e le proprie città.
In questo primo articolo vi racconteremo quello che abbiamo visto, accompagnati dagli educatori che lavorano all'interno del settore Convitto appunto, e nei prossimi vi faremo conoscere, attraverso delle interviste, alcuni dei ragazzi che hanno scelto di vivere qui per studiare e inseguire i propri sogni.
Il convitto residenziale è diviso su 3 piani: al primo piano ci sono alcune camere, i bagni e l'ufficio degli educatori; al secondo e al terzo piano invece sono collocate la maggior parte delle camere, i bagni, due aree in comune e una seconda stanza per gli educatori.
Sono questi ultimi infatti che si occupano dei ragazzi, della loro quotidianità, dei loro bisogni e li seguono in tutte quelle cose che necessitano di una persona adulta.
I ragazzi quando vogliono o durante le festività rientrano nelle proprie famiglie; alcune vicine, per esempio in Emilia Romagna, in Piemonte, ma tante altre più lontane, nelle regioni meridionali del nostro paese. Ci sono anche ragazzi provenienti dalla Spagna e dalla Francia.
Nel Convitto c'è inoltre una lavanderia e naturalmente la mensa che condividono con noi studenti durante la settimana.
La maggior parte dei convittori sono allievi ballerini dell’Accademia del Teatro alla scala, ma ci sono anche allievi di altre Accademie di ballo, calciatori, un musicista del conservatorio di Milano, uno schermidore e un giocatore di basket.
Insomma in questo piccolo mondo ci sono tanti ragazzi, come noi, che si impegnano giorno dopo giorno e che vivono lontani dalle proprie famiglie per poter realizzare i propri sogni.
Ne conosceremo meglio qualcuno al prossimo articolo… seguiteci
Alessandra, Carolina, Simone, Greta, Giovanna e Maria
NOVEMBRE 2024
Toast il porcellino d’india
Toast è un porcellino d’India, il mio porcellino d’India.
E’ nato il 4 maggio del 2024 ma io lo adottai il 30 giugno, quando lo abbiamo preso al Viridea.
Una delle tante cose che mi piacciono di questo animaletto è che appena qualcuno entra in casa inizia a squittire ad alta voce (anche se alcuni dicono che quel verso è simile al maiale, da cui appunto il suo nome).
Il porcellino d’India (conosciuto anche col nome di cavia domestica) può vivere fino a 14 anni anche se solitamente arriva agli 8.
Il mio Toast ha un pelo rossiccio, 2 zampe rosa e 2 nere (caratteristica che lo rende decisamente originale).
Il suo cibo preferito è il cetriolo ma i porcellini d’india possono mangiare anche: radicchio, bietole, broccoli, cicoria, insalate e alimenti ricchi di vitamina C (pur se a piccole dosi) e poi ancora spinaci, peperoni rossi e cavolo.
Il porcellino d’india è un po’ come un gatto perchè fa davvero tantissime fusa.
In passato questi simpatici roditori, vista la loro somiglianza biologica con gli esseri umani, venivano usati per gli esperimenti scientifici (per questo si chiama cavia), ma per fortuna ora si usano come animali da compagnia ed essenzialmente domestici.
Dopo la lettura di questo articolo, che spero vi abbia interessato, magari vi verrà voglia di adottare un porcellino d’india: vi assicuro che sarà una buona idea.
Io intanto mi tengo stretto il mio Toast.
Tommaso Rogari classe 4a primaria
Il filo rosso
Il filo rosso è il nome della nuova canzone di ALFA, che è uscita il 18/10/2024. E’ la sua prima pubblicazione dopo l’uscita di “Non so chi ha creato il mondo ma so che era innamorato,” il suo terzo album in studio.
Il testo, molto intenso e ripetitivo, descrive le emozioni di chi vive una storia d’amore a distanza. La canzone parla di un amore che toglie il sonno e che occupa i pensieri giorno e notte. Anche se questa storia d’amore non finisce bene, l’intensità dei sentimenti rimane. Il protagonista passa molte notti insonni pensando a lei, mentre lei, nel frattempo, ha iniziato una nuova relazione. Ironizzando, lui descrive il nuovo fidanzato di lei come un calciatore con la carriera promettente ma interrotta da un infortunio. In generale, la canzone riflette su come i rapporti possano cambiare, passando da sconosciuti a innamorati, e poi di nuovo a estranei.
Il nostro commento:
"Il Filo Rosso" di ALFA è un brano che colpisce per la sua capacità di evocare emozioni profonde. La melodia, dolce e avvolgente, si lega bene al testo riflessivo, pieno di immagini che fanno pensare. ALFA riesce a raccontare la complessità dell’amore, non perfetto ma reale, con tutte le sue debolezze e contraddizioni. La sua voce, piena di sentimento, rende l’ascolto molto coinvolgente.
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini, Classe 2B
Iwàjù: City Of Tomorrow
E’ una serie animata nigeriana che ci porta in un futuro alternativo di Lagos, una città in continua evoluzione, ma comunque con una forte identità. La serie, che potete vedere sulla piattaforma Disney TV, non solo si concentra su un mondo futuristico, ma esplora anche le sfide e le opportunità che la Nigeria, e l'Africa in generale, si trovano ad affrontare nel 21° secolo.
La trama di "Iwájú" ruota attorno a due giovani: Tola, una brillante scienziata che lavora per una società tecnologica all'avanguardia e Kole, un giovane delinquente che cerca di sopravvivere in un quartiere povero e violento. Le loro vite si intrecciano in un vortice di eventi, sfide e scelte cruciali che li costringono ad affrontare il passato, il presente e il futuro della loro città.
Ecco alcuni punti chiave che, secondo noi, rendono "Iwájú" una serie interessante.
- Un futuro vibrante e realistico: La serie presenta un futuro immaginario che si basa su elementi realistici e sulle sfide sociali e tecnologiche che l'Africa affronta oggi. Lagos diventa un centro di innovazione tecnologica, ma anche contestualmente un luogo di disparità sociale e conflitti.
- Personaggi complessi e convincenti: Tola e Kole sono personaggi pieni di sfumature, con aspirazioni, debolezze e conflitti interiori che li rendono autentici e facilmente identificabili. Le loro storie ci permettono di entrare in contatto con diverse realtà e prospettive.
- Un'esplorazione di temi importanti: la serie affronta con sensibilità temi importanti come la corruzione, la povertà, la disparità di genere, l'innovazione tecnologica e la ricerca di un futuro migliore per la Nigeria.
Un'animazione di qualità: La serie presenta uno stile grafico moderno e dettagliato che dona vita alla città di Lagos e ai suoi abitanti. I colori vivaci e i dettagli culturali contribuiscono a creare un'atmosfera vibrante e realistica.
Invito a vedere la serie televisiva: "Iwájú" è una serie che va oltre l'intrattenimento, offrendoci una riflessione profonda sul futuro dell'Africa e sui cambiamenti sociali e tecnologici in atto. È una serie che invita alla riflessione, ma che allo stesso tempo ci offre un'esperienza visiva ricca e coinvolgente. Se siete curiosi di esplorare un futuro alternativo e di conoscere le sfide e le opportunità del continente africano, "Iwájú: City of Tomorrow" è una serie che vale la pena vedere, come è stato per noi.
Greta Prastaro e Giovanna Raffaini, Classe 2B
Scuola natura a Zambla alta
Lunedì 28/10/24 ore 8.30: la classe V primaria del Longone al completo, agli ordini delle Maestre Giovanna, Chiara ed Eleonora è partita per 4 giorni verso la sua prima Scuola Natura, progetto istituito dal Comune di Milano, che coinvolge ed ospita da ormai 45 anni all’interno delle proprie case vacanza, dislocate tra mare, montagna e lago, alunni di materna, primaria, scuola secondaria di primo grado.
Arrivati in autobus emozionati e belli carichi a Zambla alta nel bergamasco, sede del nostro soggiorno, siamo stati accolti da un educatrice di nome Asia che ci ha offerto un tè caldo e ci ha condotto nelle nostre camere, che avevano tutte dei bellissimi disegni “spaziali” (stelle, pianeti ecc… ), spiegandoci le regole cui avremmo dovuto attenerci nella struttura e quel che avremmo fatto in quel primo giorno. A cominciare dal pranzo (dopo il viaggio in autobus confessiamo che i nostri stomaci brontolavano) che prevedeva una buonissima pasta al sugo.
Terminato il pranzo e disfatte le valigie, siamo andati a fare il controllo pidocchi (aiuto) e fortunatamente nessuno ne aveva. Abbiamo quindi appreso dai nostri educatori pomeridiani (Giuseppe e Giorgia) come si sarebbero svolte le giornate, cioè, ci si svegliava alle 8:00,si faceva colazione alle 8:30, alle 9:00 si iniziava l’attività mattutina, alle 13:00 si pranzava, dalle 13:30 alle 14:30 intervallo e, dopo alcune attività che avrebbero coinvolto il pomeriggio, abbiamo concluso la nostra prima giornata con la cena e una buonissima torta per festeggiare la nostra compagna Levante che compiva 10 anni.
Tra le escursioni quotidiane che più ci hanno entusiasmato nel corso della nostra permanenza, c’è stata certamente quella del Parco avventura, che prevedeva la possibilità di sperimentare diversi percorsi, ognuno caratterizzato da uno specifico colore: quello verde (di livello facile), il percorso blu (di livello medio), il percorso rosso (come il percorso blu però più alto) e infine quello nero (molto molto difficile) che infatti nessuno di noi si è azzardato a fare anche perchè era solo per più grandi. C’era però anche il percorso viola per bambini che era bellissimo e divertente.
Un'altra escursione davvero particolare e interessante è stata quella in miniera, dove abbiamo potuto sentire il suono, il silenzio e il buio di quel luogo, oltre ad avere tante notizie sul lavoro che vi si svolgeva ed ancora si svolge.
L’ultima sera infine abbiamo fatto la mitica serata disco, dove ci siamo scatenati nel ballo fino ad avere tutti la voce rotta: è stata la migliore conclusione di un’esperienza bellissima.
W scuola natura, W la quinta del Longone!
Lorenzo e Pietro classe V primaria
MARGOT SIKABONYI AL LONGONE: LARA VUOL ESSERE FELICE
Il 28 novembre ha riaperto i battenti il gruppo di lettura del Longone che, condotto ed organizzato con dolce tigna dalle Educatrici Spidalieri e Smiriglia, ospita ormai da qualche anno astri nascenti e nomi già consolidati del panorama letterario italiano. E si è trattato di una ouverture di notevole impatto perché, al centro del cerchio allestito all'interno dell’Auditorium del Convitto, Margot Sikabonyi ha illuminato la serata in forza di una semplicità carismatica ed una affabulazione diretta quanto coinvolgente.L’attrice/scrittrice, autrice del suo primo romanzo (Lara vuol essere felice edito da Cairo), ha dialogato con gli intervenuti su questa storia “zen” la cui protagonista è una giovane donna che, dopo aver attraversato la propria esistenza senza fallire un colpo (ballerina professionista, moglie innamorata, madre di due splendide gemelle), si ritrova inaspettatamente a fare i conti con la propria mancata perfezione, alla spasmodica ricerca di quel “giusto” e di quella “necessità di controllo” che tanto condiziona le nostre quotidianità fino a logorarle e in troppi casi a divorarle. Procedendo per tentativi tragicomici, abborracciamenti inconsulti, squarci lirico-poetici e cozzate de capoccia contro la dura realtà, Lara si libererà del proprio censore interno sempre pronto a giudicarci (e giudicare) e scoprirà che la felicità tanto anelata sta nell’hic et nunc del momento vissuto.
E, a nome di chi c’è stato, ringraziamo Margot per averci donato un “qui ed ora” di incantevole empatia, che ha riscaldato cuore ed anima in un umido giovedì milanese.
Redazione
Primo club di lettura per ragazzi al Convitto Longone
Questo è il primo anno che il Convitto Longone promuove il club di lettura rivolto agli alunni.
Al progetto aderiscono in particolare le classi prime di Via Olivetani, cioè la 1°A e la 1°B.
Il progetto prevede la lettura di un libro al mese, che sarà oggetto di discussione e confronto durante l’incontro con le coordinatrici del progetto stesso, le Educatrici Spidalieri e Smiriglia.
Ogni classe ha scelto per l'evento un nome: la 1°A è “La leggenda bianca”, la 1°B si presenta invece come “ Le marmotte legge…ndarie’’.
La lettura proposta per il mese di novembre è "LA STORIA DI MINA” di David Almond
A cura di Ottavia,Sofia,Elisa V. e Elisa D. della 1°B
OTTOBRE 2024
Uscita didattica della scuola primaria a...
Come ormai consuetudine pluridecennale (qualcuno direbbe puntuale come la….scuola) si è consumato anche in questo ottobre l’appuntamento da grandi e piccini, maestre ed alunni tanto atteso: l’uscita didattica urbi et orbi delle classi di primaria di via degli Olivetani.La data segnata sul calendario era quella di venerdì 11 e il punto localizzato del “fuori scuola” 2024 era in quel di Fallavecchia, frazione di Morimondo, piccola ma ben nota oasi verde nel cuore dell’area più industrializzata ed urbanizzata d’Italia. Qui, accompagnati da docenti ed Educatori al gran completo, i bambini delle classi I, III, IV e V hanno potuto assistere nello scenario dell’antica cascina di Fallavecchia appunto e nell’eccentrico teatro/tenda circense approntato per l’occasione, ad un alquanto stimolante allestimento teatrale dal titolo “Rapsodia di acqua e fuoco”.
Portato in scena dalla compagnia teatrale “Pane e Mate” (davvero bravissimi capocomico, attrici ed artisti tutti: vivissimi complimenti ai loro costumi donchisciotteschi e all’ispirazione cavalleresca che li ha guidati), lo spettacolo ha portato i nostri piccoli in un percorso di installazioni sensoriali ispirate ai 4 elementi naturali (più il legno) e proprio ai 5 sensi.
Tutto con l’obiettivo di restituire ad ognuno il dono più grande: quello della conoscenza che arriva dall’ascolto e dall’apertura all’ignoto e alla condivisione.
Rifocillatici avidamente grazie al lauto pranzo al sacco preparato dalla nostra augusta mensa, tutti i nostri neo insigniti giovani cavalieri/e hanno fatto un po’ di intervallo ruzzolando e correndo per le aree verdi lì attorno. Il pomeriggio si è infine concluso con due piccole quanto significative esperienze: la visita al cavallo (una carezza ad un cavallo non si scorda mai) e alle mucche ospitati in cascina (splendido vedere la tenerezza di un vitellino appena in grado di tenersi in piedi e che cercava di strusciarsi ad ognuno di noi al suo passaggio).
Insomma come potrete verificare da queste scarne righe di cronaca, una giornata senza dubbio riuscita, nella quale lo stare assieme ha fatto da motore ed innesco ad attività tutte di bell’interesse, immerse perdipiù nel verde.
Che volere di più? Beh tornare al Longone e godersi il weekend in attesa di altre uscite e nuovi momenti da trascorrere in compagnia.